Trasferimento mercato
Egregio direttore le chiedo cortese ospitalità per porre all’attenzione dell’opinione pubblica quello che sta succedendo attorno allo storico mercato bisettimanale della nostra città.
A seguito della avvenuta ristrutturazione di piazza Ghiaia e in attesa di avere la disponibilità di piazza Pace fronte borgo delle cucine (ora occupata dalle casette degli ex boxisti) l’amministazione comunale di Parma unitamente alle associazioni di categoria di commercio su aree pubbbliche ha cercato di individuare soluzioni logistiche di ricollocazione del mercato avendo l’avvertenza di non procedere a frazionamenti e di mantenerlo all’interno della zona storica di riferimento.
È, infatti, a tutti noto che il mercato bisettimanale di Parma meglio conosciuto come mercato di piazza Ghiaia rappresenta un punto di riferimento di primaria importanza facendo riverberare su tutto il commercio del centro cittadino la propia intrinseca capacità di attirare consumatori e visitatori.
Il mercato rappresenta, infatti, un punto tradizionale e storico di unione e coinvolgimento oltre a offrire un appezzato servizio commerciale. Il suo frazionamento o la sua posizione al di fuori dell’area storica ne determinerebbe la morte da qui la decisione dell’amministrazione comunale di Parma condivisa dalla commissione del commercio di utilizzare l’unico spazio adiacente e disponibile per ragruppare 50 imprese che con il proprio lavoro tengono vivo il mercato.
Tale spazio individuato all’interno del quadrilatero della Pilotta già in passato utilizzato più volte Senza per altro creare alcun danno diretto o indiretto al patrimonio artistico adiacente .
Non è da considerarsi a detta della Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici di Bologna idonea a poter accogliere il mercato. É vero che attraverso la legge 1-1939 n”1089 e il decreto legislativo 22 gennaio 2004 n”42 individua come specifici beni culturali le pubbliche piazze le vie e gli altri spazi apertiurbani di interesse artistico o storico che sono pertanto oggetto di tutela ai fini della conservazione del patrimonio artistico e del decoro urbano….è altrettanto vero che l’Amministrazione è propietaria della piazza e in quanto tale decide gli usi a cui destinarla.)Ora il degrado di questa piazza è sotto gli occhi di tutti una pavimentazione che non permette ai pedoni di attraversarla dislivelli che dopo alcune ore di pioggia formano pozze che danno l’idea dell’acqua alta di Venezia i portici ridotti a vespasiani e adibiti al commercio e uso di droga.
Chi conosce Parma si preoccupa di salvaguardare la qualità della vita sociale e culturale della citta sa bene che un mercato composto da 50 banchi privi di automezzi e per poche ore due volte alla settimana ( e provvisoriamente) all’interno del cortile della Pilotta ne qualificherebbe e migliorerebbe l’uso senza alcun pericolo o danno per i beni artistici adiacenti.
Anche il mercato rappresenta un patrimonio storico e cultuurale della citta e la dott.ssa Carla Di francesco soprintendente di Bologna col negare l’utilizzo della piazza quale sede di mercato compie un atto cervellotico e immotivato.non supportato da alcuna valutazione logica e razionale che ha come unica conseguenza non la salvaguardia del beni architettonici cittadini ma la cancellazzione di un patrimonio: il mercato non solo degli ambulanti ma di tutta la città.
Vorrei ricordare che il giorno 7 mrzo 2008 a Parma-palzzo della Pilotta,Voltoni del Guazzatoio si è tenuto un convegno organizzato dal Ministero Dei Beni e Attività Culturali e dalla soprintendente della nostra città la Dott.ssa Lucia Fornari Schianchi dal titolo
CITTÀ E MERCATI:
Gli incontri e gli scambi nelle piazze e nei mercati come patrimonio culturale per una tutela e valorizzazione dei mercati storici e della socialità all’aperto.
Un mio intervento volto a sollevare come dovevano essere considerati compiutamente gli interessi di natura commerciale riguardanti l’esercizio delle attività nei centri storici con quelli di una corretta e disciplinata funzione del patrimonio culturale e storico artistico e ambientale nell’esercizio del commercio.
Hanno trovato Tutti d’accordo ,presente anche la Dott,ssa Di Francesco che nulla ebbe da obbiettare.
Gli atti del convegno sono relegati nel volume omonimo editrice Step –a cura della dott.ssa Lucia Fornari Schianchi
Nel ringraziare per l’attenzione porgo distinti saluti
Roberto Quintavalla
Presidente ANVA COnFESERCENTI 24,02,11
Postato February 28, 2011 - 12:
Quinto Della Valle scrive...
Agenzia delle Entrate
Direzione Centrale Accertamento
Direttore Centrale Dr. Luigi Magistro
Via C. Colombo n. 426 c/d
00145 Roma
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Roma, 13 luglio 2010
Oggetto: Chiusura esercizio commerciale per mancata emissione dello scontrino
fiscale. Richiesta chiarimento.
Egr. sig. Direttore,
a seguito della segnalazione pervenutaci dal presidente di Parma dell’ANVA
- Associazione Nazionale Venditori Ambulanti aderente alla Confesercenti gradiremmo avere un chiarimento in merito all’’applicazione della sanzione accessoria, chiusura dell’esercizio commerciale, sospensione della licenza o dell’autorizzazione da tre giorni ad un mese, per la mancata emissione dello scontrino in quattro distinte violazioni in un quinquennio. Il tema delle pene accessorie legate al misuratore fiscale è stata posta già in passato all’attenzione del Ministero dell’Economia ed al Direttore dell’Agenzia delle Entrate, senza però ottenere una risposta che liberi il campo da difformità di interpretazione e di comportamento da parte degli uffici periferici dell’Amministrazione finanziaria.
In quest’ultimo periodo si denota una crescente preoccupazione e malumore nella categoria che si vede consegnare provvedimenti sospensivi dell’attività, non all’area od all’esercizio commerciale dove è avvenuta la violazione, ma a tutte le attività esercitate ed a tutte le licenze od autorizzazioni possedute, con un conseguente notevole danno economico. E’ingiusto tale comportamento, in quanto riteniamo che il comma 2 dell’art. 12 del D.L.vo n. 471/97 vada interpretato nel senso che la sanzione è applicabile soltanto dove è stata commessa la violazione e non totalmente a tutte le licenze od autorizzazioni possedute od attività esercitate dal soggetto
Sia Una visione della norma in maniera peggiorativa, è da ritenersi vessatoria ed attualmente gli Uffici periferici hanno difformità sia nell’interpretazione che nell’applicazione della normativa nell’ambito del territorio nazionale.
Si rischia di arrivare all’assurdo che il titolare (o la società) di più punti vendita nell’’intero territorio nazionale si troverebbe costrtta a chiudere tutte le attività.
Stesso dicasi per i titolari di attività di commercio su aree pubbliche ai quali viene imposta la chiusura
per tutte le licenze ed autorizzazioni facenti capo al titolare dell’impresa individuale o societaria. Poiché la legge fa riferimento alla licenza o concessione, l’applicazione è non corretta perché in questo modo si sospende di fatto la partita Iva, senza la quale non si può operare. Con riferimento ai soggetti che operano con più autorizzazioni ed in località diverse è necessario considerare solo il locale commerciale dove l’infrazione è stata commessa e l’atto sospensivo dovrebbe operare con riferimento al singolo locale o alla singola attività nell’ambito delle quali sono state commesse le violazioni. In altri , termini la sospensione è da applicare alla licenza od autorizzazione per la quale sono state commesse quattro violazioni in un quinquennio.
Egr. sig. Direttore, il problema qui rappresentato necessità un immediato chiarimento sulla corretta interpretazione ed applicazione in ambito nazionale della normativa in parola, affinché gli Uffici periferici possano conformare i loro comportamenti, evitando difformità e vessazioni.
Nel ringraziarLa della disponibilità e della rapida soluzione del dilemma qui rappresentato, in attesa di un gradito riscontro colgo l’occasione per un cordiale saluto,
Quinto Della Valle
Postato July 15, 2010 - 14:
Q.Rscrive...
Agli organi di stampa
Caro direttore
Sono a chiederle l’opportunità di intervenire sul tema della contraffazzione affrontato dal suo giornale in questi giorni.. Peccato che queste notizie mettono in risalto, interventi che nella realtà risultano sporadici ed avvengono ad orari che servono a poco dal momento che si limitano circoscritti per lo più intorno alle nove di mattino oppure al mezzogiorno, lasciando incontrollato il mercato nelle ore centrali.
Dunque in realtà le cose vanno diversamente da quanto le hanno fatto pervenire.
A forza di denunciare le stesse cose da anni mi pare di essere un disco rotto,sono a decine i venditori che frequentano abusivamente i mercati cittadini,e quando come nell’ultimo articolo pubblicato si parla
di sequestri avvenuti in una mattinata quantificati in 32 borse 4 paia di gins 2 cinture,e 4 giubbotti,si ci rende conto che il fenomeno non è assolutamente controllato.ma tollerato. Sarebbe anche utile conoscere quante di queste persone vengono identificate!
Ormai tutti sanno quello che comporta questo fenomeno,in mano ad organizzazioni malavitose,i cui proventi sono destinati alla prostituzione alla droga sino alle armi,senza contare il danno non solo economico ma anche di immagine che creano al mercato,nondimeno alla sicurezza che sta determinando ’abbandono dell’utenza dai mercati.
Circa un mese fa si è svolta nella sede del mercato una conferenza stampa,presente l’Assessore alla sicurezza Fabio Fecci e le associazioni di categoria,nel tentativo di voler sensibilizzare l’opinione pubblica su questo triste fenomeno è poi seguita la dimostrazione di distruzione di alcuni oggetti contraffatti.
In quella occasione la zona era presidiata da decine di vigili, a memoria non se ne è mai visti tanti…risultato,di venditori nemmeno l’ombra.
Poi le dichiarazioni del comandante della polizia municipale,che evidenzia i guasti che questo fenomeno comporta un analisi veritiera ma le sue competenze operative sono quelle di affrontare la sicurezza e il controllo del territorio. descrive via Verdi lunga solo 200 metri con 100 banchi come una zona impossibile da controllare dovuto al fatto di presentare molteplici vie di accesso (5 o 6 ) neanche fossimo nelle “Banlieue” Le periferie Parigine. Condivido che occorre un coordinamento delle forze di polizia ma
questa affermazione non è dovuta al fatto che non dispone di uomini sufficenti, la verità è che non hanno l’autorevolezza di farsi rispettare molto spesso rischiano l’ncolumità personale e continuamente si ripresenta lo stesso teatrino di rincorrerli causando pericoli all’utenza e dopo pochi secondi dal loro passaggio ritorna tutto come prima. Da sempre chiediamo interventi con personale in borghese,e che il controllo non deve essere solo all’interno del mercato,dal momento che arrivano col treno in stazione o posizionano le auto nei parcheggi, perché non li si intercetta in quei luoghi.Dove è ststo fatto, Traversetolo il problema è stato risolto,da anni nelle città limitrofe,ReggioE Modena Mantova per non parlare delle città del nord è solo un ricordo. Il fenomeno va affrontato con strategie, diverseè ormai evidente che rimane solo una questione di volontà politica.
Le voglio raccontare un fatto: alcuni giorni fa ho scritto all’assessore Fecci informandolo che il giorno 18 aprile avrei organizzato una manifestazione autorizzata dall’Amministrazione Comunale in Strada D’Azeglio, onde evitare fosse invasa da questi abusivi, lo invitavo ad attivarsi nel controllo soprattutto per salvaguardare le attività del commercio in sede fisse che non avessero le vetrine coperte, dal momento che la mia prima preoccupazione è da sempre che i banchi posizionati non creino problemi. Mi ha gentilmente risposto che avrebbe fatto il possibile e che i vigili sarebbero intervenuti, come si èpoi visto: un paio di vigili con passo cadenzato… che nulla hanno risolto,unico intervento”legittimo “nel multare tutti gli automezzi degli operatori posizionti nelle righe blu in quanto la zona è contrassegnata da “ztl”ripeto legittimo che però dimostra che la volontà è più quella di punire chi commette un infrazione banale per bisogno che chi commette più reati anche sotto il profilo penale.
Nel ringraziarla per l’attenzione porgo distinti saluti
Roberto Quintavalla
Anva\ Confesercenti
Postato April 23, 2010 - 05:33:00
pubblicato Pholis\ parma repubblia.it gazzetta\ di parma \opinioni
Roberto Quintavalla scrive...
Egregio Dorettore
Venerdi 19 marzo il Consiglio dei Ministri ha provveduto all’approvazione in via definitiva del decreto legislativo di recipimento della direttiva 2006/123/ce,del 12 dicembre 2006relativa ai servizi nel mercato interno in cui si attende ora la pubblicazione in gazzetta ufficiale.Che va sotto il nome di Bolkestein.
La Bolkestein ,è una direttiva Europea, prevede che entro il 2010 nei 27 paesi nembri,siano eliminati gli ostacoli alla libertà di esercizio delle attività economiche di servizi,sia le barriere alla libera circolazione dei servizi tra stati nembri.
Significa che tutti i servizi dell’ue-sotto i quali rientrano il 70% di tutte le attività economiche europee –siano completamente liberalizzate e deregolamentate. Gli stati membri dovranno adottarla.
In sintesi per quello che riguarda il commercio.
Il primo passo è la completa liberalizzazione delle licenze dei pubblici esercizi anticipata dalla sentenzadel consiglio di stato del 5 maggio 2009 e ripresa nel testo approvato dal Consiglio dei Ministri il 16 dicembre scorso,che conferma L’orientamento liberista già espresso. Sono previste altre forme di liberalizzazione quasi completa come la distribuzione della stampa periodica quella che oggi viene venduta tramite le edicole.
Per quello che riguarda il commercio ambulante, sarebbe il caos annuncerebbe la sua fine così come lo conosciamo
Il decreto legislativo 2006/123/CE reca infatti due elementi di enorme impatto destabilizzante sul commercio ambulante .
Il primo riguarda la possibilità di concedere autorizzazioni commerciali alle società di capitali e alle cooperative, con il conseguente rischio che le aree mercatali finiscano sotto la gestione di privati,o peggio ancora di gruppi di vendita organizzati.
Il secondo aspetto,vera mina vagante riguarda la decadenza delle concessioni per la vendita dopo 10 anni,cui seguirebbe un bando pubblico,senza che siano riconosciuti i diritti acquisiti del titolare uscente.
Mettere a bando le concessioni di posteggio,senza che l’operatore possa rivendicare una prelazione,annullerebbe ogni investimento,ogni sicurezza di lavoro ,ogni tipo di professionalità.
Se ciò avvenisse ogni dieci anni,i mercati sarebbero rivoluzionati,svanirebbe ogni criterio di offerta merceologica e provocherebbe il ritorno a condizioni di qualità paragonabili solo al periodo del scondo dopoguerra taliano.Sarebbero vanificate le normative di legge ,la 398,la 112 etutte i decreti egionali di questi ultimi anni con una ricaduta negativa sui regolamenti comunali.
Questo significa non dare certezza a migliaia di imprese che tutti i giorni da sempre frequentano le nostre piazze.
Il pensiero imperante unico in campo economico nel voler avvantaggiare l’aumento della concorrenza e invocare ogni forma di competitività possibile porterà la parte di commercio più piccolo ma più vitale a pagarne il conto più salato.
Da notizia dell’ultima ora ,pare sia stata accolta la modifica proposta dalle associazioni di categoria :nella continuità del diritto di concessione del suolo pubblico per i titolari di autorizzazioni di posteggio.
Per quello che riguarda l’entrata nel settore delle società di capitali si rimanda la discussione alle regioni competenti in materia di commercio,col rischio di norme applicative diverse col risultato di mettere in ulteriore difficoltà quegli operatori che svolgono la loro attività su territori Regionali diversi.
Cordiali saluti
Roberto Quintavalla
-Anva- Associazione Nazionale venditori Ambulanti
Postato April 7, 2010 - 18:04:20
Spett\Lega Nord-Nazionale
Apprezzando il vostro impegno a favore delle piccole imprese vorrei sottoporvi un quesito.La mancata emissione di 4 scontrini fiscali nell’arco di5 anni comporta la sospensione della licenza,ora nel caso di una ditta individuale o s.n.c che pratica il commercio su area pubblica titolare di più concessioni anche nella stessa giornata si vede sospendere tutte quante le licenze .L’applicazine di questa norma avviene in modo arbitrario da parte degli uffici finanziari,che dovrebbero sospendere solo la licenza di riferimento,immaginate se una società con più punti vendita fosse costretta a chiudere tutta la filiera.Questo non avviene x il commercio in sede fissa su quello ambulante siIn attesa di cortese risposta cordiali saluti
Postato January 20, 2010 - 20:05:44
Quintodellavalle scrive...
Roberto Quintavalla
a ae.ufficiodirettore entrate
Attilio Befera
mostra dettagli 17.11 (22 ore fa)
Signor direttore
Vorrei porre alla sua cortese attenzione un problema cui nessuno
nonostante le numerose richieste ha mai dato risposta. Il quesito
riguarda il misuratore fiscale sulla parte delle pene
accessorie,dovute al mancato rilascio dello scontrino fiscale
Ora la norma prevede che dopo quattro violazioni al provvedimento
nell’ arco di 5 anni scatta la sospensione ell’attività.
Chi scrive è un commerciante su area pubblica titolare di più
autorizzazioni e concessioni rilasciate anche per la stessa giornata
Ora l’applicazione della norma avviene nella più ampia discrezionalità
da parte degli uffici finanziari preposti e molto spesso il
provvedimento implica la chiusura di tutti i punti vendita riferiti
alla titolarità sia questa individuale che societaria (s.n.c)
Questo modo di agire mette in evidenza una reale disparità tra il
commercio su aree pubbliche e quello in sede fissa,mai si è vista una
società in sede fissa costretta a chiudere tutti i punti
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